31 maggio 2010

Aveva gli occhi verdi

Un anno passato troppo in fretta, un anno in cui tutto è cambiato ma nulla si è modificato, un anno in cui..... Forse non sono mai stato bravo con le parole, forse è la situazione che non mi permette di saper tradurre emozioni e sentimenti in frasi, forse è che tu mi manchi come un macigno, forse è perché non sei più qui. 
Potrei raccontarti usando milioni di modi, accedendo ai ricordi più belli e personali che ho, ma ho deciso di farlo con le stesse identiche parole che di getto mi son uscite per descriverti un ultima volta.

Caro Papà,
devo essere sincero, a me tutto questo non piace!
Non mi piace che sia successo proprio a te,
Non mi piace che d’ora in poi non ci sarai più ad ascoltare la marea di sogni e idee che mi affollano la mente da quando son bambino, già sapendo che una parte di questi li avresti resi carta straccia prima ancora di arrivare alla fine,
Non mi piace non saperti più la mia sveglia la domenica mattina quando decidevi che ormai era abbastanza tardi per farmi alzare.
Quando un muro si presenta sul nostro cammino è per una ragione, non è lì per impedirci di fare qualcosa ma perché noi possiamo mostrare quanto vogliamo quella cosa. Quella cosa sei tu Papà, il mio Grande Papà con la G e la P maiuscole: umile, generoso, discreto, preciso, sicuro di sé. Avevi la fierezza e l'umiltà, l'ironia e l'umanità di chi ha conquistato, con fatica, il diritto a vivere sereno. Anche quando la spada di Damocle del tumore si è scagliata contro di te, non sei cambiato in nulla e per quanto possibile hai voluto che lo stesso succedesse alla tua e alla nostra vita.
Se è vero che molto di ciò che impariamo lo impariamo indirettamente, tu Papà mi hai insegnato tutto e solo con il tempo ho capito che molti miei atteggiamenti, modi di fare, comportamenti li ho appresi da te senza saperlo.
Mi hai insegnato che quando ami e hai a cuore una persona sei pronto a criticarla se fa qualcosa di sbagliato perché capisca l’errore, non lo ripeta e cresca;
Mi hai insegnato che è meglio lasciar sbagliare le persone cosicché sappiamo assumersi le proprie responsabilità e imparino a chiedere scusa in modo vero e sincero dicendo “Ho sbagliato, mi dispiace, come posso fare per rimediare?”;
Mi hai insegnato che non si può arrivare in cima da soli, qualcuno deve aiutarti e tu eri sempre lì per me;
Mi hai insegnato che un buon compromesso è spesso la via migliore, come quando l’ idea di dipingere il soffitto della mia stanza con un cielo a pecorelle l’hai trasformata in un semplice azzurro perché, mi dissi, era più rilassante. Anche se io ancora credo fosse perché era più semplice da dipingere.
Mamma dice che eri un uomo vero che ha vissuto una vita vera e questo è giusto, ma per me e Francesco sarai sempre il nostro Papà supereroe e ringrazieremo sempre il destino per avercelo dato.
Papà con te abbiamo riso e pianto ma ora, con la mano poggiata sul cuore infranto e grondante dolore, non ci resta che dirti “Grazie Papà”.


Resterai sempre con me, dovunque tu sia e dovunque io sarò!......Non ti dimenticherò mai!

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